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Tutto quello che c’è da sapere sui Buoni Pasto Busta Paga: chi ne ha diritto, vantaggi fiscali, spendibilità e come trovare i migliori fornitori.
Uno dei metodi più semplici e più rapidi per un’azienda per fare del walfare nei confronti dei propri dipendenti è quello di introdurre i Buoni Pasto Busta Paga.
Oramai tutti conoscono i Buoni Pasto Busta Paga, chiamati anche nel gergo corrente, Ticket Restaurant dal nome dato ai prorpri Buoni Pasto Busta Paga dalla prima azienda emettrice che li ha introdotti nel mercato.
Per una azienda come la vostra, sia che vogliate passare ai Buoni Pasto Busta Paga ma anche se li avete già introdotti, vi sono diversi importanti aspetti da conoscere sulla materia che presenteremo in questa nostra guida pratica.
Indice dei contenuti:
I Buoni Pasto Busta Paga sono un buono che l’azienda da al suo dipendente e attraverso il quale gli permette di coprire, in parte o nella sua totalità, il proprio costo per il pasto. Lo scopo primario di questo buono è quello di sostituire il servizio mensa nei casi seguenti:
I Buoni Pasto Busta Paga possono essere spesi dal dipendente quindi presso i ristoratori convenzionati con la società emettrice del buono. Il ristoratore, una volta ricevuto il buono dal dipendente per pagare il pasto di cui ha bneficiato, andrà a riscuotere il valore del buono presso la società emettrice.
Il buono pasto è uno strumento che va quindi a sostituire la moneta e crea un vantaggio per ognuna delle parti che entra in gioco:
Andremo poi a vedere in dettaglio questi vantaggi legati ai Buoni Pasto Busta Paga.
La tematica dei Buoni Pasto Busta Paga è regolamentata da diverse normative che, tra l’altro, hanno permesso un’evoluzione nel tempo di spendibilità e di deducibilità di questo strumento. Vediamole ad una ad una nell’ordine:
Innanzitutto la Circolare del MEF (n. 326/E del 23/12/97) decreta come un’azienda abbia la possibilità di mettere a disposizione dei propri dipendenti un servizio di mensa e prevede che tra le opzioni per l’azienda vi sia quella di mettere a disposizione i Buoni Pasto Busta Paga. Tale normativa preceve un’applicabilità a tutti i lavoratori subordinati, a tempo pieno o part-time (e quindi anche, ad esempio, agli stagisti) e a tutti i collaboratori.
Vi è poi il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 122/2017 che ha inizialemente:
Infine la legge di bilancio 2020 ha modificato i parametri di esenzione da oneri sociali e fiscali dei Buoni Pasto Busta Paga per le aizende fissandoli a:
Resta invece invariato il carattere di deducibilità al 100% dei buoni pasti, sia che essi siano cartacei sia che essi siano elettronici.
I Buoni Pasto Busta Paga possono essere erogati a tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che del settore privato, nel momento in cui il ruolo preveda un livello di subordinazione nella gerarchia aziendale. Questo vale quindi, implicitamente, anche per un socio minoritario con un ruolo attivo nell’azienda.
Non c’è differenza fra i lavoratori full time e quelli part-time nel diritto a ricevere i Buoni Pasto Busta Paga. Ne hanno diritto anche gli stagisti e gli altri collaboratori.
Nel diritto al buono pasto non vi è un vincolo ne legato all’importo del buono pasto ne legato al fatto che il buono sia cartaceo o elettronico.
E’ bene ricordare che la normativa è evoluta nel corso degli ultimi anni ampliando sempre di più lo spettro di esercenti presso i quali i Buoni Pasto Busta Paga possono essere utilizzati.
Vi proponiamo qui una lista pratica degli esercenti presso i quali i Buoni Pasto Busta Paga possono essere spesi:
Non dimentichiamo che perché l’esercente possa accettare i nostri Buoni Pasto Busta Paga, anche se rientra nella lista presentata qui sopra, deve essere affiliato alla rete della società emettrice. Spesso sulla porta d’entrata del ristorante o del negozio vi è il simbolo tipico della società emettrice e cosi il cliente puo facilmente sapere se e quali ticket possono essere spesi nel locale.
Anche il buono pasto è evoluto con l’evoluzione della tecnologia. Anche se molti non lo sanno questo strumento ha più di quarant’anni e quindi, per forza di cose, quando è nato è stato ideato unicamente in formato cartaceo.
Quindi il famoso blocchetto di “ticket restaurant” era nelle tasche dei primi dipendenti ai quali le aziende hanno iniziato ad erogarlo.
Come tutti documenti in formato cartaceo ( e soprattutto non plastificati), anche i Buoni Pasto Busta Paga hanno sofferto di deterioramento, passagio in lavatrice e chissà quanti altri problemi legati al formato. Cosi, spesso ci si poteva trovare ad avere un buono che teoricamente aveva il valore di diversi euro, che pero diventava praticamente carta straccia.
Con l’avanzare della tecnologia, le aziende emettrici di buoni pasto hanno iniziato ad ideare i buoni pasto elettronici: in pratica una card sul modello delle carte di credito, con un chip nel quale è caricato il valore del buono e poi dedotto ad ogni spesa.
L’esercente infatti è dotato di un POS specifico in cui addebita il pasto sul buono pasto elettronico.
Ma perché l’esenzione da oneri fiscali e previdenziali è più alta per i buoni pasto elettronici?
Grazie ai buoni pasto elettronici ogni transazione è tracciata e cosi vi sono meno rischi di frode, per questo il governo ha aumentato due volte il valore di esenzione dagli oneri previdenziali e fiscali per i buoni pasto elettronici, portandolo quest’anno a ben 8€ contro 4€ per i buoni cartacei. Quindi, in parole povere, passando ai buoni pasto elettronici potrete avere il dobbio dell’esenzione rispetto ai buoni pasto cartacei.
I Buoni Pasto Busta Paga rappresentano un vantaggio fiscale sia per l’azienda che per il dipendente. Questo vantaggio si puo dividere in due:
Deducibilità del costo: il costo dei Buoni Pasto Busta Paga puo essere dedotto al 100% dai costi aziendale e quindi dalla base imponibile (IRES e IRAP).
Deducibilità dell’IVA: l’IVA pagata sul buono pasto è deducibile e quindi viene interamente recuperata.
Esenzione da oneri sociali: nel limite delle soglie fissate dalla normativa vigente, l’importo erogato al dipendente a titolo di buono pasto non è soggetto ad oneri previdenziali e sociali. Inoltre, l’importo relativo ai Buoni Pasto Busta Paga non rientra nel calcolo dei ratei per TFR, Ferie e 13esima.
In concreto, il costo del buono pasto essendo deducibile ed esente da oneri viene a costare molto meno, sia all’azienda che al dipendente, rispetto allo stesso importo se fosse pagato normalmente in busta paga.
Le soglie di esenzione del buono variano, come abbiamo detto, fra le due versioni:
Se volete approfondire questo tema vi proproniamo un caso pratico al seguente link Buoni Pasto Busta Paga: simulazione risparmio fiscale.
Il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico n. 122/2017 ha introdotto il concetto di cumulabilità dei Buoni Pasto Busta Paga, aspetto che fino al 2017, anche se in realtà nella pratica gli esercenti ne accettavano più di uno per coprire il costo del pranzo già prima. Il decreto ha quindi confermato ufficialmente questa pratica di accumulare i Buoni Pasto Busta Paga per il pagamento, fissando a 8 il numero massimo di Buoni Pasto Busta Paga che possono essere utilizzati nello stesso momento e quindi accumulati per effettuare il pagamento. Questo implica quindi, implicitamente, che i Buoni Pasto Busta Paga siano, ad esempio, utilizzati nei supermercati per pagare la spesa, ma unicamente per la parte alimentare.
Ovviamente fin quando i Buoni Pasto Busta Paga erano in formato cartaceo, verificare il fatto che questi fossero cumulati diventava molto difficile. Ora, con l’avvento dei buoni pasto elettronici, la cosa diventa molto più semplice.
In questo senso, le novità introdotte dalla legge di bilancio 2020, mettono l’accento sull’utilizzo corretto dei Buoni Pasto Busta Paga, anche appunto in termini di cumulo dei differenti ticket.
Se parliamo di cumulabilità in senso più ampio, non dimentichiamo che i Buoni Pasto Busta Paga possono sempre essere cumulati con un pagamento in contanti o in carta di credito, per coprire la parte del costo del pasto eccedente rispetto al buono che il dipendente ha a disposizione.
Ricordiamo invece, che il caso contrario non è ammissibile, ovvero nel caso in cuo il valore del buono pasto sia superiore al costo effettivo del pasto (magari nel caso si prenda solo un panino), l’esercente non puo erogare il resto in denaro ma unicamente fornire, eventualmente, un “credito” al cliente spendibile nei giorni seguenti. Questo perché cio significherebbe trasformare in denaro una parte di un buono che in realtà non è stato tassato come denaro per l’azienda e per il dipendente.
La risposta a questo quesito è molto semplice, in effetti i Buoni Pasto Busta Paga hanno una scadenza che viene fissata dalla società emettrice dei buoni e che è chiaramente scritta sul buono (peri i Buoni Pasto Busta Paga cartacei).
Molto spesso la data di validità è fissata al 31 dicembre. Tuttavia, per i buoni emessi a partire dal mese di settembre, solitamente la data di validità del buono pasto è fissata al 31 dicembre dell’anno successivo, dando cosi un periodo di validità allo strumento che va fino a 16 mesi.
Spesso tuttavia, le condizioni di utilizzo prevedono un periodo di utilizzo eccezionale dei Buoni Pasto Busta Paga oltre alla data di scadenza di 30 giorni, che porta spesso quindi alla fine del mese di gennaio successivo.
Non essendoci una regola universale applicabile in questa materia, per la durata di validità dei Buoni Pasto Busta Paga consigliamo di consultare le condizioni specifiche di ogni società emettrice.
Premettiamo che, come per le date di scadenza dei Buoni Pasto Busta Paga, anche le pratiche di sostituzione o rimborso dei Buoni Pasto Busta Paga scaduti e non utilizzati dipende molto dalle condizioni commerciali specifiche di ogni società emettrice.
Un punto comune e utile da sapere è che solamente l’azienda che ha acquistato i Buoni Pasto Busta Paga potrà richiederne la sostituzione alla società emettrice. Questo vuol dire che se il dipendente si ritrova in possesso di Buoni Pasto Busta Paga scaduti non potrà rivolgersi direttamente alla società emettrice e richiederne la sostituzione ma dovrà passare per il proprio datore di lavoro per richiederne il rimborso o la sostituzione.
Ci permettiamo di segnalare una pratica abbastanza comune: per aiutare i più bisognosi i Buoni Pasto Busta Paga avanzati o scaduti possono essere inviati alle associazioni o alla croce rossa che procederà con la società emettrice per riceverne il valore in denaro ed utilizzarlo per i propri fini benefici.
Vi presentiamo qui sotto le principali società emettrici di Buoni Pasto Busta Paga sul territorio italiano:
Vi sono poi numerosi attori locali con una copertura principalmente regionale che lavorano sul mercato italiano e che possono garantirvi una copertura specifica nella vostra zone. Ovviamente, oggigiorno le aziende avendo dipendenti che tendono a spaziare sempre di più sul territorio nazione, il fatto di far ricorso alle principali società emettrici permette al dipendente di disporre di un buono posto altamente spendibile.
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